Cellulare vs concentrazione: chi vince?
Quante ore al giorno passiamo davanti al cellulare? Provate a cercare nelle impostazioni del vostro device il tempo di utilizzo giornaliero, e la quantità di minuti che avete passato a mandare messaggi o a scrollare su Instagram vi farà sobbalzare, e forse anche sentire un po’ in colpa.
Il meccanismo del desiderio
Negli ultimi anni, i ricercatori hanno teorizzato che il desiderio di utilizzare lo smartphone possa essere collegato al sistema di ricompensa del cervello, un circuito che coinvolge la corteccia, i gangli della base e il talamo. Questo network, regolato da neurotrasmettitori come la dopamina e il GABA, gioca un ruolo chiave nella motivazione e nell'apprendimento, contribuendo alla spinta a interagire con dispositivi come gli smartphone.
Durante l’uso dello smartphone, la percezione del tempo tende a dissolversi, lasciando spazio esclusivamente all’interazione tra l’utente e il dispositivo.
Le conseguenze di un utilizzo eccessivo
Alcuni studi hanno dimostrato che contare sempre sul proprio smartphone riduce le capacità cognitive. Sapere di avere sempre la possibilità di consultarlo ci porta ad occupare risorse cognitive già limitate anche quando non lo stiamo utilizzando attivamente. Questo fenomeno è stato definito brain drain, il cosiddetto “drenaggio cerebrale” che ci rende costantemente connessi al cellulare anche quando non vorremmo.
L’uso eccessivo dello smartphone sembra incidere sulle capacità attentive e sulle prestazioni cognitive. Alcune ricerche indicano che l’attenzione selettiva, ovvero l’abilità di filtrare le distrazioni e concentrarsi su stimoli rilevanti, tende a ridursi con il tempo. Questo porta a una minore capacità di elaborare le informazioni e suggerisce una sorta di risparmio cognitivo che, anziché essere funzionale, può ostacolare il raggiungimento di obiettivi complessi.
Le conseguenze sul lavoro e le esperienze dei coworker
Un utilizzo digitale così massiccio rende difficile la concentrazione prolungata anche solo per qualche ora, e può essere un ostacolo considerevole in alcuni soggetti durante l’attività lavorativa, in quanto mina l'efficienza e la produttività ed enfatizza stanchezza mentale e attenzione a breve termine.
Come vivono i nostri coworker la distrazione da cellulare? Gliel’abbiamo chiesto.
È abitudine comune a molti disabilitare le notifiche, oppure attivare la modalità “non disturbare” personalizzata per il lavoro.
Abbiamo pizzicato Enrico, web developer, in un periodo di detox in cui ha deciso di provare a disinstallare Facebook e Instagram dal proprio dispositivo. Ha ammesso di non sentirne spesso il bisogno, riuscendo a limitarne l’uso da PC solo per controllare nuovi messaggi ogni tanto.
Gaspare invece ammette di avviare la riproduzione di video o podcast sul proprio cellulare mentre lavora, soprattutto in contemporanea ad alcune mansioni che, in quanto web developer, riesce a fare senza il bisogno di eccessiva concentrazione.
Diversa invece è la situazione di Rudy che, essendo un social media manager, passa tutto il giorno sui social. Questo lo rende probabilmente saturo, e ci confida infatti che si concede al massimo un’ora al giorno di intrattenimento sullo smartphone.
Nell’attività del freelancer la difficoltà maggiore riguarda la disconnessione dal lavoro per dedicare del tempo alla vita privata. In questa ottica, le due situazioni sono difficili da districare, talvolta impossibili. Chiamate, mail e messaggi possono arrivare a qualsiasi ora del giorno e della notte, e il jingle delle notifiche può rendere impraticabile la disconnessione del cervello dallo smartphone.
Rimedi
Quindi, come possiamo disconnetterci?
Uno dei metodi più utilizzati riguarda la creazione di barriere fisiche, semplicemente riponendo il cellulare in un’altra stanza, o in un cassetto lontano, contando sul fatto che il doversi alzare per recuperarlo scoraggi la tentazione di prenderlo.
Il device stesso ci offre dei metodi per smettere di usarlo per qualche ora: la modalità “Non disturbare” permette di mettere in pausa le notifiche per un po’, evitando di essere distratti dall’accendersi perpetuo dello schermo sotto i nostri occhi. Lo store inoltre mette a disposizione applicazioni per il blocco dell’utilizzo, come Forest App, che permette di far crescere un albero virtuale a patto che il telefono non venga sbloccato o consultato, pena la morte del vegetale.
Un lieve rimedio riguarda la modifica dei colori: mettendo la modalità bianco e nero viene reso meno attraente.
Tuttavia può essere utile cercare di cambiare radicalmente le proprie abitudini, ad esempio utilizzando un orologio analogico al posto del cellulare, o ancora annotando gli appunti su carta invece che su un device.
La misura più drastica, per i veri recidivi, è quella di fare un tuffo nel passato e recuperare uno di quei vecchi telefoni che non permettono il download di applicazioni, e che sono quindi utilizzabili solo per le funzioni primarie e ancestrali: telefonare e, se si è fortunati, inviare sms.
Autore: Lucrezia Nicoletti
Fonti: State of Mind, iMemo University, Mindful Safety